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Cieco con il dono della vista: il miracolo delle cellule staminali non basta

 28 gennaio 2016
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 Categoria: Salute
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 Scritto da: admin

Quest'uomo è stato cieco per quasi tutta la vita, finché' un'operazione gli ha ridato la vista. Ora vede bene, gioca a calcio, eppure non sa riconoscere né volti né espressioni, nemmeno di sua moglie. Ma il suo rarissimo caso sta rivelando le vere origini della percezione visiva.


Mike May detiene il record di velocità in discesa libera per non vedenti. Scia sulle piste nere a cento all'ora grazie all'aiuto di una guida che cinque metri più avanti gli grida quando svo1tare. Mike, americano di Silver City, nel New Messico, ha perso la vista quando aveva 3 anni. Una lampada a petrolio gli era scoppiata vicino al volto, lacerandogli l'occhio sinistro e danneggiandogli in maniera grave la cornea del destro. Ciononostante per oltre 43 anni Mike non ha mai lasciato che l'inva1iditá menomasse i suoi interessi. Ha fatto sport, si è laureato e ha fatto un master in affari internazionali alla Johns Hopkins University, è riuscito a trovare un impiego nella Cia poi è diventato amministratore delegato del Sendero Group, una società che realizza Gps per non vedenti. Nel frattempo si è sposato, ha avuto due bambini e si è comprato una villa a Davis, in California. Finché in una giornata di novembre del 1999 May cominciò a vedere. Al St. Mary's Hospital di San Francisco il chirurgo Daniel Goodman impiantò un composto di cellule staminali di cornea sul suo occhio destro (il sinistro era troppo danneggiato). Le cellule staminali ripristinarono i tessuti lacerati e ricostruirono la parte esterna dell'occhio, preparando così l'apparato visivo per un trapianto di cornea.


Il 7 marzo del 2000, quando furono rimosse le bende, Mav poté vedere per la prima volta stia moglie, i suoi bambini e, ovviamente, il suo corpo di adulto.Il recupero della vista è una operazione in cui ci si ingegna da sempre. Già nel V secolo avanti Cristo i medici egizi ricorrevano ad aghi particolari per rimuovere dalle pupille il cristallino colpito da cataratta. Più recentemente, alla fine degli anni '60, chirurghi cominciarono a curare le cataratte con l'aiuto degli ultrasuoni. Il tipo di intervento fatto su May invece è stato messo a punto in Giappone nel lontano 1999. Da questa data sono centinaia le person che negli Stati Uniti ne hanno beneficiato. Anche se, di tutti quelli che hanno ricevuto il dono della vista per via chirurgica, solo una ventina di persone circa erano cieche fin da giovanissima età, e tra queste, a operazione terininata, la maggior parte si è ritrovata con una cornea che non si può definire perfetta. Mentre quando Goodman ha scrutato l'occhio di May a intervento finito ha notato che l'apparato visivo era stato perfettamente ripristinato. In realtà i problemi sarebbero arrivati da un’altra parte: dal suo cervello.


Quanto c'è di innato netta percezione?


Il punto è che il cervello di May è stato programmato solo parzialmente per elaborare le inforinazioni visive, dato che per 43 anni tale funzione gli è stata negata. Per questo May è ancora costretto a viaggiare in compagnia del suo cane Josh, o deve bacchettare il marciapiede con il bastone per capire esattamente se ci sono ostacoli. E per tale motivo egli stessi si definisce “cieco con il dono della vista”.


Questo paradosso ha affascinato Don MacLeod e Ione Fine, psicologi alla Università della California di San Diego. La rapidità con cui i bambini imparano a percepire ciò che sta loro intorno fa pensare che questi nascano già con la capacità di elaborare alcuni aspetti di quello che vedono. Ma quali che siano esattamente tali aspetti nessuno ancora può dirlo. Cosa è già insito nelle strutture cerebrali e cosa invece si impara con l'esperienza? Per cercare di dare una risposta a questi interrogativi negli ultinii anni MacLeod e Fine hanno sottoposto May a una serie di esami fisici e psicologici, tra cui la risonanza magnetica funzionale, la cosidetta fMRI, che rileva quali aree cerebrali si attivano nelle diverse attività. Da questi studi si sta comprendendo per la prima volta la vera origine delle percezioni visive.


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