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Cibi transgenici: il futuro dell'alimentazione

 22 maggio 2018
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 Categoria: Alimentazione
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 Scritto da: admin
cibi transgenici

Nei laboratori si moltiplicano le ricerche per sostituire brasati e pasta con alghe e insetti. Ma, per alcuni nutrizionisti, il menu di domani si differenzierà non tanto per la presenza di piatti insoliti, quanto per la ricerca di cibi salutari, i cosidetti cibi transgenici


Nel nuovo millennio non mangeremo più bistecche, né pasta col ragù, diceva una canzone in voga negli anni sessanta. Ed è, soprattutto, il leit-motiv cui ci hanno abituato i futurologi prevedendo per il terzo millennio un'alimentazione a base di pillole o, in alternativa, un menù quasi raccapricciante: dagli antipasti di locuste alle bistecche di formichiere, dal soufflé di alghe allo spezzatino di formichiere. Ma ora che siamo nel nuovo millennio, ha ancora senso immaginare una rivoluzione nel modo di nutrirsi?


Una rivoluzione avverrà, ma sarà quella che dal 2050 suddividerà l'umanità in due grandi categorie: i voraci mangiatori e quelli che al cibo tradizionale avranno detto addio. La metà della popolazione mondiale sarà vegetariana, o quanto meno avrà modificato le proprie abitudini alimentari in funzione di una nutrizione più equilibrata e basata su cibi alternativi.


Il cibo può fare molto di più che saziare. Ha effetti sulla psiche, sul sistema immunitario, sull'aspetto fisico, e aiuta a prevenire le malattie. Un buon pranzo rasserena, appaga bisogni intimi, è fonte di piacere. Non si può rinunciare al rito dell'alimentazione senza incorrere in spiacevoli (e a volte devastanti) effetti psicofisici secondari.


I piccoli errori della natura, come la carne troppo grassa, sono facili da correggere. Mucche da latte magro, piante di caffè già decaffeinato e maiali la cui carne somiglia a quella di pollo: ciò che i ricercatori hanno già ottenuto rivoluziona oggi l'industria ed è pronto per entrare nelle dispense.



Cosa sono i cibi transgenici?


I cibi transegenici sono alimenti ricavati da organisimi geneticamente modificati, i cosidetti OGM, grazie a tecnologie sofisticate elaborate dalla moderna biologia.


Nel laboratorio di ricerca agraria americano Hi-Bred si è già riusciti a rendere il grasso animale più simile, nella composizione, a quello vegetale (con più grassi insaturi, che hanno effetti positivi sul colesterolo, e meno grassi saturi).


Un'équipe di ricercatori è riuscita a togliere tutto il colesterolo dall'olio di fegato di merluzzo, e sta perfezionando una tecnologia che dovrebbe permettere di ridurre drasticamente la presenza di colesterolo in ogni alimento. Sia chiama "imprinting molecolare il procedimento ideato, che consiste nell'incapsulare il colesterolo in polimeri (molecole di grandi dimensioni) e poi lavarlo via con solventi che non danneggiano i cibi.


Questa formula elimina anche i batteri: ciò significa che nel prossimo futuro potremo avere cibi inattaccabili da salmonella, listeria e stafilococco aureo, per esempio, senza ricorrere a dannosi conservanti chimici. Le iscrizioni all'Ufficio europeo dei brevetti confermano il trend: le nuove tecnologie mettono la chimica al bando dalla cucina.


Coloranti ricavati dal vino rosso e dall'ibisco, antiossidanti dal rosmarino e dallo zenzero: è questa la nuova generazione di additivi e prodotti per la casa.



Cibi transgenici: quali sono?


Yogurt che aumenta le difese organiche, fragole anticancro e pane agli ormoni: i cibi con aggiunta di valore salutare, i cosiddetti functiond foods, in Giappone vanno già a ruba. In Italia la nuova tendenza al nutriceutico l'ha inaugurata la multinazionale dell'alimentazione Nestlé con lo yogurt LC', che stimola il sistema immunitario.


Ancor più interessante è la fragola transgenica anticancro , creata dal dipartimento americano per l'agricoltura, che produce acido ellagico, capace di bloccare l'azione delle sostanze cancerogene.


Ci vorrà tempo prima che questo frutto arrivi sulle tavole; sarà invece in vendita a breve in Inghilterra un tipo di pane riservato alle signore. La pagnotta , con i suoi ingredienti simili agli ormoni (soprattutto farina di soia e olio di semi di lino), può ridurre sino al 40 per cento uno dei sintomi più fastidiosi della menopausa, le cosiddette "strong>vampate di calore". Quattro fette al giorno forniscono la quantità giusta di fitoestrogeni.


Resistono agli insetti, alle malattie e ai pesticidi: in America sono sul mercato già trenta verdure transgeniche, ovvero mutate geneticamente. In Europa per ora ne sono state autorizzate solo sei. I "laboratori nell'orto" ci danno, per esempio, patate che assorbono pochissimi grassi durante la frittura, carote a conservazione indefinita e sedano senza fili.


L'ultimo esperimento è l'Euromelon, un frutto a maturazione pilotabile e a lunghissima conservazione. Creato da un'équipe francobritannico-greco-spagnola, sfrutta il principio del gene "antisenso" (un gene, cioè, di struttura speculare rispetto a quello naturale, che si incastra nel gene responsabile del rammollimento, bloccandone l'azione). È lo stesso principio utilizzato per produrre l'ormai noto pomodoro Flavr-Savr, quelloche non marci-sono sce e resta sodo.


Anche la carne ha un futuro tecnologico. La tradizionale "fiorentina" rischia di sparire, soppiantata dalle cosiddette bistecche vegetali, cioè ottenute da piante o funghi che, con innesti genetici, producono proteine di alta qualità.


La società Ranks Hovis McDougall di Edimburgo ha già realizzato la myco-beef, una bistecca brevettata ricostruita con le proteine dei funghi. Il pregio (oltre al bassissimo costo di produzione rispetto a quello della carne bovina) è nell'assenza di grassi animali, che sono oggi visti con preoccupazione sempre maggiore.


Anche il pesce avrà un futuro "ricostruito". Nei supermercati si vende già il cosiddetto surimi, tocchetti che sembrano di polpa di granchio, arancio vivo all'esterno e bianchi all'interno. In realtà questo prodotto non è che un miscuglio di polpa di pesce dell'Artico (merluzzo o altro) e altre sostanze meno nobili (tra cui la patata), compattate in forma cilindrica e ricoperte da colorante (betacarotene) per simulare la corazza del crostaceo.


La poltiglia viene poi estrusa, cioè passata attraverso una trafila, in modo da avere la forma desiderata. E se, malgrado l'alimentazione salutista, il nostro stile di vita dovesse portarci a degli eccessi, la nano-tecnologia potrebbe aiutarci. William Gibson, nel suo nuovo romanzo Idoru, propone la soluzione: nano-robot inseriti nello stomaco, che divorano le calorie di troppo.

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