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La depressione: il male chiaroscuro

 07 giugno 2016
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 Categoria: Salute
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 Scritto da: admin

Il 2 per cento degli italiani soffre di depressione e almeno il 25 per cento di ansia. I rimedi sono molti, dai farmaci alla psicoterapia ma c’è una novità: l’ansia è anche una risorsa e basta saperla conoscere. Uno spettro si aggira per l’Europa e per gli Stati Uniti e in tutti gli altri paesi sviluppati: la chiamano depressione o “male oscuro”. Secondo uno studio condotto dall’organizzazione mondiale della sanità in 14 paesi, ne soffre o ne ha sofferto, in forme più o meno gravi, almeno il 12 per cento della popolazione. Le più colpite sono le donne: una su cinque secondo le statistiche. Negli ultimi dieci anni la depressione, considerata per molto tempo un’esclusiva dell’età adulta, sembra mietere vittime anche tra i bambini, gli adolescenti e i giovani. Se poi ci spostiamo sul versante apparentemente opposto, quello dell’ansia, le cose sembrano andare ancora peggio.


A soffrire questo disturbo, infatti, sarebbe addirittura il 25-30 per cento della popolazione e quasi la metà di queste persone ricorre a farmaci. Allora, il disagio psichico è davvero così diffuso? Ansia e depressione sono malattie oppure stati d'animo? Ed è possibile trasformare in risorse questi momenti di difficoltà? Domande che dividono il mondo scientifico. Da una parte il fronte che riconduce l’ansia e la depressione a squilibri biochimici nel cervello, da curare con i farmaci. Dall'altra i sostenitori della tesi psichica, secondo i quali il "male oscuro" non è una patologia in sé, ma la spia di un malessere che va ascoltato anziché imbavagliato. Per curarlo bisogna risalire alle sue radici, capire quale ferita, quale paura o quale perdita lo hanno causato. Nient'altro, al di fuori delle parole e dell'ascolto, può essere utile.


Se soffrite di ansia o depressione non esitate a rivolgervi ad un professionista del settore. A Monza per esempio svolge la propria attività il dott. L. Paoletta, un psicologo e psicoterapeuta di grande esperienza. Clicca qui per trovare tutte le informazioni necessarie: Piscologo Monza


Ritornando ai due punti di vista esposti, ci sono posizioni intermedie che affrontano il problema a diversi livelli, con un approccio meno rigido. Ansia e depressione sono due modalità antitetiche di reagire al disagio. Da una parte l'inquietudine, dall'altra l'apatia. Con l'ansia la pressione sale, il cuore accelera, i muscoli si contraggono, i gesti sono concitati. Mentre ciò che contraddistingue la depressione è l'immobilità. All'atteggiamento del corpo corrisponde una diversa percezione della realtà. Se al depresso il mondo appare grigio e privo di attrattive, per l'ansioso cambia addirittura fisionomia e si popola di pericoli e di figure minacciose. Un po' come succede a Biancaneve che fugge nella foresta e vede i rami degli alberi trasformati in braccia nemiche pronte a intrappolarla.


L'ansia non va confusa con la paura, che ha sempre un riferimento ben definito. E piuttosto una caratteristica della personalità, che tende a durare nel tempo. Rispetto alla depressione è più radicata nel carattere, ma anche più impalpabile, sfugge alle classificazioni. E se non è una presenza divorante, che impedisce di viaggiare, lavorare, presentarsi agli appuntamenti o addirittura uscire di casa, può anche diventare una preziosa compagna di strada. Perché l'ansia è vita. Permette di provare emozioni e sentimenti più inensi. Essere ansiosi significa saper amare, provare passioni, avere cose impotanti per le quali lottare.


Se Ulisse non fosse stato ansioso, sarebbe rimasto a divertirsi con Circe e non sarebbe mai partito alla ricerca di nuovi mondi. Questo stato d'animo rende il pensiero più vivace e creativo, perché l'ansia, tipica degli insicuri, permette di dubitare, considerare altri punti di vista, trovare soluzioni alternative. Cosa che non fanno mai le persone troppo rigide. Guai, dunque, a cancellare l'ansia buona, che funziona da radar e indica la direzione da prendere. E soprattutto stimola a dare il meglio nelle situazioni difficili. L'apprensione dello studente all'avvicinarsi della data dell'esame lo spinge a impegnarsi di più. Quella dell'attore davanti al pubblico, o dell'atleta prima di una gara, gli dà la carica. Questo non significa che l'ansia non possa diventare patologica e avere l'effetto opposto: annebbiare i processi di interpretazione della realtà, paralizzare le capacità decisionali, impedire qualsiasi scelta.

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